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Nel 1800 i conti Costa destinano il castello delle quattro torri di Arignano ad abitazione del fattore e dei lavoranti, deposito, fienile, granaio e scuderia perché abitualmente risiedono in un palazzo sito in contrada San Sebastiano, l'attuale via San Francesco da Paola, e ad Arignano sono rappresentati da un intendente con il quale concludono numerosi contratti d'affitto con i coloni residenti nelle singole cascine arignanesi, con le relative pertinenze e gli appezzamenti di terreno.
I Conti vengono ad Arignano per due mesi all'anno, da settembre a ottobre fino ai Santi, e risiedono nella villa settecentesca tanto ammirata dal Casalis. Nel giorno dei Santi i Costa partecipano alla Messa nella Cappella, chiesetta ora scomparsa, dove una volta all'anno vi si celebra Messa. Il giorno dei morti coincide anche con la fine della vendemmia. Alla Messa assistono, oltre ai conti, anche i dipendenti ed i braccianti che sono numerosi vista l'estensione dei terreni e dei vigneti. Alla fine, per tradizione, il pranzo è consumato sull'aja del castello delle quattro torri, che da dimora signorile è diventata un cascinale, e la contessa distribuisce personalmente a tutti la minestra con i fagioli.
Il conte Carlo Remigio Costa di Trinità vede nella costruzione di un lago artificiale un'opera ambiziosa. La costruzione di un imponente e vasto bacino artificiale tra i comuni di Marentino e Arignano non è possibile senza il riconoscimento di pubblica utilità, senza il quale non è possibile ottenere l'esproprio dei terreni agricoli necessari alla opera.
Nonostante il ricorso dei fratelli Drago e Zuccalà, i quali sostengono che le acque dell'invaso avrebbero creato nebbie e insalubrità dell'aria e viste le notevoli spese per la manutenzione di una nuova strada al posto di quella già esistente, il Magistrato di Sanità del Piemonte dà parere favorevole e il 5 febbraio 1839 il re Carlo Alberto concede le Regie Patenti. C'è un secondo ricorso perché la terra di riporto in eccesso è usata per la formazione di un isolotto, non previsto nel progetto originario.
Tuttavia i lavori continuano ma non ci sono documenti che attestino la data esatta dell'ultimazione dei lavori. Alla morte del conte è la moglie, Ernestina Scarampi di Villanova dama della regina, a seguire i lavori di ultimazione del lago di Arignano. Il lago dà lavoro a due mulini: uno è il Molino del Lago, vicino alla diga, l'altro è il Molino Moano che, però, cessa presto la sua attività.
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